LE CAMELIE CHE RESISTONO AL FREDDO
di Max Hill (Jardins de France, settembre 2005)

 

Il freddo è sempre stato considerato come uno dei grandi problemi delle camelie. Fortunatamente questa idea è ormai superata grazie alla letteratura specializzata e all'esperienza trasmessa da grandi giardinieri. Un altro incontestabile fattore positivo è il riscaldamento del clima, che si è manifestato con inverni meno rigidi. Ma la prudenza non è mai troppa: non siamo al riparo da un ritorno del freddo e delle sue nefaste conseguenze!

Andando al cuore del problema: cosa accade quando una camelia o qualsiasi altra pianta, viene distrutta dal gelo? Le piante contengono quantità importanti di acqua, variabili da una pianta all'altra. Questa acqua è soprattutto immagazzinata in uno scompartimento cellulare chiamato vacuolo. Il gelo provoca a lungo andare la sua scomparsa per sublimazione; d'altro canto la formazione di grandi cristalli di ghiaccio negli spazi intercellulari delle cellule vegetali causa dei danni meccanici irreversibili. La 'crioprotezione' delle cellule è favorita dalla presenza di certe soluzioni di proteine e glicoproteine, nonché di zuccheri come il saccarosio.

Alcuni studi sono in corso all'università di Parigi-sud per scoprire e dosare queste molecole al fine di rispondere alla domanda: esiste una correlazione tra la resistenza al freddo di certe camelie e la presenza delle precitate soluzioni?

Dopo questo approccio un po' teorico, dedichiamoci ad aspetti più pratici. La resistenza al freddo di certe camelie è una constatazione empirica che si fonda per il momento solo sull'osservazione. La classifica e gli elenchi che seguono sono il risultato di compilazioni statistiche di osservazioni o di rapporti effettuati sul continente americano e su quello europeo. Di fatto, un carattere può essere ritenuto permanente solo se è riproducibile e ben argomentato.

 

'Tricolor de Siebold' (sin. 'Ezo-Nisbiki'), una C. japonica a fiori variegati rosa chiaro con striature rosse bordate di bianco.
Camellia japonica 'Docteur Tinsley', varietà tardiva da scegliere quando c'è il rischio di freddi intensi.
I fiori bianchi sono in genere più delicati, ma questa Camellia japonica 'Frost Queen' offre invece una buona resistenza al freddo.

Criteri di una buona resistenza

Tra le camelie che si possono trovare presso produttori francesi, l'ordine di resistenza decrescente al freddo è il successivo: C. japonica, C. ibridi / C. sasanqua (+ C. hiemalis, C. vernalis), C. reticulata.

I Fiori

Nelle regioni fredde, le camelie a fioritura precoce o tardiva sono spesso le più adattabili alle condizioni climatiche. I fiori semplici o semi-doppi resistono meglio. I fiori bianchi sono i più fragili al gelo, come lo sono peraltro alla pioggia e al sole.

Le cultivar

Attualmente, più di 35mila camelie sono state repertoriate. Percorrendo questo elenco s'impone una constatazione: ben poche hanno la facoltà di resistere al di là di -18°C.


C. japonica rosa:
'Berenice Boddy'
'Docteur Tinsley'
'Chandieri Elegans'
'Gloire de Nantes'
'Lady Clare'
'R.L.Wheeler'

C. japonica rosse
'Adolphe Audusson'
'Blood of China'
'Daikagura'
'Paulette Goddard'

C. japonica bianche
'Finlandia'
'Frost Queen'

C. japonica variegate
'Donckelaeri
'Governor Mouton'
'Lady Vansittart'
'Tricolor de Siebold'

C. ibridi
rosa
'Anticipation'
'Donation'
'Inspiration'
'J.C. William's'
'St Ewe'

C. ibridi bianche
'Cornish Snow'

C. sasanqua e C. hiemalis
'Jean May'
'Showa-no-sakè'
'Kanjiro'.

Camellia sasanqua 'Kanjiro', una cultivar che ben si adatta a condizioni climatiche molto severe.

'Donckelaeri' (sin. 'Masayoshi'), una C. japonica interessante per la sua resistenza al freddo.

 


Quando ci mette il naso la ricerca

Sebbene le camelie non siano oggetto di 'ricerche di punta', due ricercatori americani, Clifford Parks e W.L. Ackerman, hanno dedicato una parte dei loro lavori allo studio della loro resistenza al freddo. Clifford Parks si è interessato soprattutto alle inter-ibridazioni tra camelie note per la loro resistenza al gelo e, in grado minore, alle ibridazioni tra C. japonica e alcune specie particolarmente resistenti al gelo. W.L. Ackerman s'interessa alle camelie resistenti al freddo già dal 1960.

Il National Arboretum degli Stati Uniti ha dovuto affrontare due inverni consecutivi particolarmente micidiali, nel 1976/77 e nel 1977/78. La maggior parte dei 956 esemplari di Camellia ne fu distrutta.

Tuttavia, tra tante C. oleifera, due introduzioni cinesi, P.l. 162475 e P.l. 162561, non furono stroncate dal gelo. Fu il punto di partenza delle ibridazioni. Era il 1979. Tra il 1979 e il 1981 si realizzarono più di 2.500 ibridazioni tra C.oleifera e C. sasanqua, C. hiemalis e C. vernalis, e un po' più tardi tra C. japonica e C. x williamsii. Questi ibridi furono testati nelle regioni fredde degli U.S.A. e dell'Europa con risultati spettacolari. Certi ibridi sono sopravvissuti a temperature comprese tra -20 e -27°C.


La buona scelta

Attenzione tuttavia: bisogna restare lucidi e non confondere la resistenza dell'arbusto con la resistenza dei suoi fiori. Non aspettatevi di vedere le vostre camelie fiorire a -20°C! La percentuale di acqua è più alta nel fiore che nella pianta. Alcuni giorni a -2°C e la fioritura andrà perduta! I fiori degli ibridi di C. oleifera sono tuttavia meno fragili. Come prima camelia, è preferibile scegliere una pianta resistente a fioritura tardiva, come 'Blood of China' o un ibrido di C. oleifera e di C. japonica.

Per coprire tutto il periodo di fioritura, da settembre a maggio, potete scegliere tre camelie tra queste proposte:
1) a fioritura molto precoce: un ibrido di C. oleifera x C. sasanqua
2) con fioritura precoce o nella stagione di mezzo: 'St Ewe', 'Gloire de Nantes', 'Donckelaeri', o ibridi di C. oleifera x C. japonica
3) con fioritura nella stagione di mezzo o tardiva: 'Dr Tinsley', 'Berenice Boddy', 'Tricolor', 'Daikagura', 'Blood of China', ibrido di C. oleifera x C. japonica.


Fattori di sopravvivenza

La capacità delle camelie di sopravvivere al freddo dipende da numerosi fattori fisiologici e ambientali. Tra questi vanno considerati il grado di dormienza, lo stato dell'apparato radicale, la protezione contro gli effetti disidratanti del vento, l'esposizione a est, la presenza o l'assenza di ombreggiatura, il livello di ritenzione idrica del terreno, il periodo di messa a dimora, l'arrivo più o meno rapido del freddo e la sua durata, i programmi di fertilizzazione, lo stato fitosanitario e, soprattutto, il livello di protezione del terreno e della pianta stessa.


Una priorità: la protezione delle radici

Ogni buon giardiniere lo sa: nelle zone in cui gela, le radici devono assolutamente essere protette. Una soluzione semplice, che trova tutti d'accordo, è l'utilizzo di foglie morte (di castagno o quercia). E' consigliabile uno spessore di 15 - 20 cm, per una superficie superiore di 30 cm alla proiezione della chioma sul terreno.
I vantaggi sono molteplici: eccellente isolamento termico e permeabilità all'acqua del terreno, emissione di calore dovuta alla decomposizione delle foglie, produzione di compost acido utilizzabile dalla camelia.


Protezione della parte aerea

E' di difficile se non impossibile attuazione con grandi esemplari. Si tratta di creare attorno alla pianta delle strutture rigide che possano essere ricoperte da teli isolanti, come la plastica a bolle d'aria. I veli di protezione, meno efficaci, devono essere utilizzati in doppio o triplo strato. Essi danno buoni risultati nella protezione dei fiori contro geli di debole intensità (-2°C). La protezione del fogliame per mezzo di una struttura rigida è da prendere in considerazione in situazioni di grandi freddi prolungati (-15°C), ma soprattutto in situazione non soleggiata.


Fattore d'incidenza della neve
La neve può favorire bruciature sul fogliame. Tuttavia il vero pericolo è il suo peso, che può provocare la rottura dei rami. Bisogna quindi scuotere energicamente il tronco con una forca, possibilmente in legno per non ferire la corteccia.


Camelie in vaso
Camelie in vaso, sia in terrazzo che in giardino, senza protezione non resisteranno più di qualche giorno a temperature di -5/-6°C. E' possibile proteggerle - per un certo periodo - avvolgendo il vaso con della plastica a bolle e ricoverandole per un po' in un luogo freddo e umido, oppure, ancor più semplicemente, s'interra il vaso e si protegge il tutto.


Che fare una volta finito il gelo ?
Su una pianta che ha sofferto il gelo, a volte i danni si osservano immediatamente: caduta dei bottoni florali, foglie annerite o accartocciate. Ma più spesso i danni si vedono dopo il disgelo.
In questo caso la camelia deve essere potata energicamente. A poco a poco appariranno nuovi getti e in pochi anni l'arbusto tornerà come prima. In vaso, se l'apparato radicale non è stato completamente distrutto, è consigliabile effettuare una potatura della parte aerea e delle radici.


Camelie dappertutto?
Il freddo non è più un ostacolo insormontabile per la coltivazione delle camelie. Con qualche elementare precauzione e scelte giudiziose, è possibile avere camelie in giardino praticamente in tutta la Francia. Anche quando il suolo non sia idoneo, esistono soluzioni efficaci. Gli ibridi di Camellia oleifera sono una scoperta fondamentale per le zone in cui il gelo non perdona. Sono ancora poco diffuse, ma sono convinto che siano destinate a un grande avvenire. Messe a dimora oltre 15 anni fa nel mio giardino, nella Essonne, non hanno mai beneficiato della minima protezione.