ALBIZIA SOTTO ATTACCO

a cura di Mariangela Barbiero
Ottobre 2010



Un amico nella primavera scorsa mi chiese lumi per curare una sua Albizia julibrissin (detta anche acacia di Costantinopoli) sotto pesante attacco, da quasi cinque anni, di un parassita a lui sconosciuto. Mi disse che le aveva provate tutte, senza molto successo, compreso trattamenti con l'imidaclopride.
Lo consigliai di mettersi in contatto con un altro giardiniere di comune conoscenza, che mi aveva detto di avere avuto lo stesso problema e che pareva ne avesse trovato la soluzione, proprio utilizzando un insetto predatore... ma all'epoca non mi ero addentrata nei dettagli.

Poco tempo fa mi capitò di leggere sul numero di giugno de L'Ami des Jardins et de la Maison un articoletto che affrontava proprio questo tema (leggo diverse riviste del settore, purtroppo però, causa il famigerato tempo tiranno, non subito alla loro uscita).
Ho provveduto a tradurlo e lo troverete consultando l'indice di Infogardening/Ambulatorio.

Fatta la traduzione, è scattato il desiderio di saperne di più, desiderio che navigando in rete difficilmente rimane insoddisfatto. Così ho appreso che il parassita è la Cacopsylla pyri, detta comunemente psilla del pero e che il suo più efficace predatore è, come indicato nell'Ami des Jardins, proprio l'Anthocoris nemoralis, fortunatamente acquistabile anche in Italia, presso la Bioplanet:
www.bioplanet.it/it/controllo-biologico/anthocoris-nemoralis

Ho anche contattato il mio amico per sapere se e come fosse venuto a capo del suo problema: i risultati non erano stati eclatanti, forse anche perché il giorno dopo aver 'rilasciato' 200 individui (la confezione italiana tanti ne prevede), piovve parecchio e l'evento potrebbe aver influito negativamente sugli insetti. Per di più la psilla, in ogni caso disturbata, ha aggiunto all'albizia altri punti di ristorazione... attaccando tre cipressi vicini.

La situazione a tutta prima sembrerebbe decisamente peggiorata, ma visto che è dagli sbagli che si dovrebbe imparare, abbiamo preso in considerazione una nuova strategia.
In primo luogo si dovrà intraprendere un'azione preventiva di contrasto, trattando un paio di volte sia albizia che cipressi con sapone nero o olio di paraffina, una prima volta in pieno inverno e una seconda volta a fine inverno. Poi, a primavera, un po' prima per i cipressi e un po' dopo per l'albizia, che vegeta piuttosto tardivamente, va irrorato il terreno con l'imidaclopride. Il mio amico lo aveva spruzzato, e forse per questo non aveva avuto successo, dato che l'azione di questo principio attivo sistemico è decisamente più esiziale (per gli insetti) se viene dato direttamente alle radici. Ovviamente questa strategia non è associabile all'uso degli insetti predatori, dato che l'imidaclopride non seleziona tra prede e predatori. Per quanto riguarda le api, invece, risulta che non sia minimamente tossico nei loro riguardi, come ci è stato assicurato da un apicultore in rapporti con l'Istituto agrario Servadei dell'Università di Udine.

La storia non finisce qui. Vi terrò aggiornati.