I PARCHI E I GIARDINI PIÙ BELLI D’ITALIA:
I VINCITORI DEL 2019

Dal Piemonte alla Toscana, da un’antica e prestigiosa reggia sabauda
patrimonio Unesco a un gioiello del Granducato dove l’arte sposa la natura

Articolo di Stefania Elena Carnemolla
Giornalista pubblicista - Twitter





La giuria del concorso Il Parco più Bello, organizzato dall’omonimo network, dedicato ai tesori verdi, storici e architettonici del Belpaese e nato da un’iniziativa dell’architetto Leandro Mastria, ha scelto i due vincitori dell’edizione 2019 selezionati con altri otto sulla base degli aspetti botanici, storico-artistici, nonché dello stato di conservazione, del programma di manutenzione e gestione, della presenza di adeguati servizi, dell’accessibilità e informazioni al pubblico e della promozione turistica.

I finalisti
Prestigioso era il ventaglio dei dieci finalisti: la Venaria Reale, Villa Manin, il Giardino Labirinto Borges, Villa Gregoriana con il suo parco e il Giardino della Minerva per la categoria parchi pubblici e il Giardino Giusti, l’Isola del Garda, la Fattoria di Celle, la Villa Imperiale di Pesaro e il Parco Paternò del Toscano, il giardino sulla lava, per quella parchi privati.

Una giuria prestigiosa
Altrettanto prestigiosa la giuria composta dal presidente Vincenzo Cazzato storico dell’architettura, docente dell’Università del Salento e per anni coordinatore del Comitato ministeriale per lo studio e la conservazione dei giardini storici, Alberta Campitelli già dirigente dell’Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, Marcello Fagiolo già presidente del Comitato nazionale per lo studio e la conservazione dei giardini storici, Ines Romitti architetto paesaggista AIAPP-IFLA, Luigi Zangheri già presidente del Comitato scientifico internazionale per i paesaggi culturali ICOMOS-IFLA, Margherita Azzi Visentini già docente al Politecnico di Milano. Un concorso ormai storico con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’Unesco, dell’ACI-Automobile Club d’Italia e con l’adesione del FAI-Fondo Ambiente Italiano e dell’AIPP-Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.

Per l’edizione 2019 la giuria ha deciso di consegnare lo scettro, rispettivamente per la categoria parchi pubblici e parchi privati, alla Venaria Reale e alla Fattoria di Celle.

La Venaria Reale gioello sabaudo patrimonio Unesco
Sul podio con la Venaria Reale, reggia a pochi chilometri da Torino, sale così un gioiello di casa Savoia tra le più antiche dinastie d’Europa e che l’Unesco nel 1997 ha dichiarato con altre residenze sabaude patrimonio mondiale dell’umanità.

Con i suoi giardini, che da secoli guardano le Alpi, fu progettata nel XVII secolo voluta dal duca Carlo Emanuele II di Savoia come maison de plaisance e per farne una base per le battute di caccia della corte fra le colline torinesi. E già allora la decorazione interna fu dedicata a Diana, dea della caccia, e alla pratica venatoria della corte sabauda. Nel Settecento, quella ch’era nata come una palazzina di caccia, fu trasformata in una vera e propria reggia. Legati alla sua edificazione e alla sua metamorfosi sono Amedeo di Castellamonte, Michelangelo Garove, Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri e Giovanni Battista Piacenza. I suoi giardini, che sono un “stretto connubio tra antico e moderno”, un “dialogo virtuoso” tra archeologia e contemporaneità, un “inno alla natura e al paesaggio”, sono vivacizzati dal Parco Basso con il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone con alberi in bronzo, fontane e boschetti, la Peschiera, le grotte seicentesche, i resti della Fontana dell’Ercole e del Tempio di Diana, il canale d’acqua e il Potager Royal, il più grande d’Italia, con i suoi orti e frutteti; quindi dal Parco Alto con il giardino a fiori, il roseto, i boschetti, l’Allea Reale e il Gran Parterre di Filippo Juvarra. E i giovani Giardini, inaugurati nel 2007.

Un complesso, quello della Venaria Reale, che è “un unicum ambientale-architettonico dal fascino straordinario, uno spazio immenso, vario e suggestivo, dove il visitatore non può che restare coinvolto in atmosfere magiche raccolte in un contesto di attrazioni culturali e per il tempo libero. Spettacoli, eventi, concerti, mostre d’eccezione si alternano infatti ad occasioni di svago, contatto diretto ed intimo con la natura, relax, intrattenimento sportivo e cultura enogastronomica”.

Fattoria di Celle dove l’arte sposa la natura
Sulle colline di Santomato, in provincia di Pistoia, immersa nel paesaggio toscano c’è la Fattoria di Celle, già celebrata per l’insieme di “architettura, scultura, parco, giardini, fontane, opere d’arte” giudicato “un episodio significativo e riassuntivo della cultura sette-ottocentesca del Granducato”.

Oggi custodice la collezione di Arte Ambientale, di prestigio internazionale, della famiglia Gori con le installazioni disseminate fra il parco e all’interno degli edici storici. Un progetto, fortemente voluto dalla famiglia Gori, con lo spazio che abdica al suo ruolo tradizionale di “semplice contenitore” per diventare “parte integrante” dell’opera in un dialogo costante tra arte e natura. Il luogo, meta di pellegrinaggio di appassionati d’arte, ospita ogni anno anche musei e istituzioni di tutto il mondo.

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